mercoledì 19 giugno 2013

MUSICA DA VEDERE




MUSICA DA VEDERE, DANZA DA ASCOLTARE
ispirato a Paul Valery
per Carolina Basagni e Fabrizio Betti

Per gli dei che luminose danzatrici! Che viva e graziosa introduzione dei più perfetti pensieri! Le loro mani parlano e i loro piedi sembrano scrivere. Che precisione in questi esseri che si studiano di usare così felicemente le proprie forze morbide!

La danza è vita. E lo hanno detto in molti.
È quando la vita è come una danza che talvolta si capisce il ritmo, il tono e il volume.
La perfezione del rigore per accedere all'immensa libertà di espressione.
Musica che scaturisce dall'interno delle fibre e negli accenti dei movimenti.
Suono da vedere.
Movimenti da ascoltare.

Tutte le mie difficoltà mi disertano e non c'è ora problema che mi travagli tanta è la felicità con cui obbediscono alla mobilità di queste figure! Qui la certezza è un gioco; si direbbe che la coscienza abbia trovato il proprio atto e che di colpo l'intelligenza
consenta alle grazie spontanee...

La danza è contatto con l'essenza del corpo e dell'anima.
Soltanto la ricerca di tale principio consente l'avventura della danza stessa.
È il sublime di una fatica che si sostiene e si traspone attraverso visioni e frasi, accettazione e integrazione.
La danza ferma il tempo nello stupore della bellezza. E la bellezza è una necessità.
Sarebbe da esseri intelligenti rendersene conto e coltivarla strenuamente. Per fortuna nel giardino crescono fiori rari.

Guardate costei! La più tenue e la più assorta nella giustezza pura...
Chi è ella mai? Così deliziosamente rigida, e ineffabilmente snodata...
In modo così esatto ella cede, assume e restituisce la cadenza che, se chiudo gli occhi, la vedo esattamente per mezzo dell'udito.

La vita è un attimo.
Le figure e le frasi sono vive. Tagliano e battono. Pulsano, palpitano, sostengono i secondi come fossero secoli.
Vedo la musica e ascolto il corpo di coloro che narrano in questo spazio.
La tensione trasporta le storie d'amore e di morte in una giostra che accelera, frena, riprende e rallenta stupenda per non perdere l'attimo preciso, il momento perfetto che esplode azzerando il tempo.

La seguo, la ritrovo, e non posso perderla mai; e se la guardo tenendo tappate le orecchie, ella, talmente ritmo e musica, che mi è impossibile non udire le cetre.

Carolina e Fabrizio danzano nel tempo.
E nel giardino segreto della danza sono l'evento prodigioso, quel tanto agognato spessore artistico che nasce soltanto nel silenzio di un giornaliero lavoro e unisce frammenti di corpo e anima.
Carolina e Fabrizio respirano il momento.
È tutto vero.
La danza è vita.
Ascensione e dannazione.
Felicità di un istante e apnea per lo smarrimento.
L'altalena dondola da sola.
Sorridere, piangere, non fermarsi mai.