domenica 30 novembre 2014

CLIMA 03 - THE VOYAGE - Leonardo Magnani


Leonardo Magnani è un artista che sceglie il viaggio non solo come tema e metafora della sua opera di pittore, ma come attore effettivo di un cammino che si ispira ai viaggi di Darwin e ne ripercorre le tappe. Come il celebre naturalista parte da Londra e inizia il percorso.
Argentina (2013)
Galapagos (2014).
L'obiettivo è chiaro e ambizioso. Fare il giro del mondo e creare un archivio. 
Appunti, foto, video e illustrazioni, soprattutto. Disegni e murales. Un'opera d'arte composta di tracce, testimoni di un passaggio e di un itinerario che indaga e scava nel profondo dell'anima e dei luoghi.

Charles Darwin nel 1865 scrive: “Da un punto di vista morale, l'effetto sarà quello di imparare una gioconda pazienza, di liberarsi dall'egoismo, abituarsi a operare da sé e fare il meglio possibile in ogni circostanza. In breve, deve partecipare delle qualità caratteristiche della maggior parte dei marinai. Il viaggiare gl insegnerà la diffidenza, ma nello stesso tempo gli dimostrerà quante persone veramente di cuore vi sono, con le quali non ha mai avuto prima e non avrà poi nessuna comunicazione, ma che sono pronte a offrigli il più disinteressato aiuto.”

Leonardo Magnani possiede nei modi la mitezza e la gratitudine di chi viaggia spesso.
Senza etica non esiste la bellezza. Con la dovizia e la pazienza di un ricercatore si adopera completamente per l'attuazione del suo progetto. A Buenos Aires confronta i tempi e i cambiamenti. Più di un secolo dopo, il CLIMA è un altro. Le case dei quartieri storici sono state circondate da una megalopoli di 12 milioni di abitanti. Una panoramica di spazi ed esistenze da fissare nella memoria fino al prossimo aggiornamento.
Per Leonardo Magnani la ricerca è un'azione che si realizza nello scovare e trasformare luoghi lasciando una traccia. Non è solo l'abilità, peraltro straordinaria, di decorare e rappresentare, ma c'è l'intenzione che la bellezza resti impressa nel tempo e sia integrata dallo spazio.



Leonardo Magnani così scrive:

Incomincio la ricerca dello studio-abitazione, ho in mente uno spazio che si possa prestare a varie esigenze, uno spazio aperto dove poter sperimentare e fare gli studi a grandezza naturale per il murales. Dopo un certo periodo di ricerche, incontro un magazzino che si presta alle mie esigenze. E’ uno spazio lasciato un po in disuso in Palermo Viejo ( Palermo vecchio) uno dei quartieri storici della città, un ex fabbrica di candele a piano terra, con affaccio sulla strada. Penso che, sia per la collocazione che per la forma possa essere lo spazio perfetto. Inoltre il padrone è disposto ad affittarlo per un periodo flessibile, ha condizioni convenienti.
Questa scelta per quanto un po più laboriosa, mi ha permesso di avere uno spazio dove vivere e poter lavorare comodamente, in una zona della città di gran fermento culturale. Inoltre sistemare questo posto e’ stato come conoscerne la storia, entrando in contatto con una serie di persone e luoghi altrimenti inaccessibili. Il luogo infatti essendo stato in disuso da vari anni, necessitava di alcuni lavori, una radice di un albero sulla strada era entrata fin dentro sollevandone il pavimento.


In THE VOYAGE ogni passaggio viene documentato e catalogato. I video della realizzazione dei murales, le foto degli spostamenti e un'ampia serie di disegni dove le immagini degli alberi si accostano ai volti degli indios, dei leoni marini o di certi uccelli “alla fine del piumaggio”. Compaiono pure i fantasmi dei guerrieri Selk'nam con le loro pitture corporali, le geometrie e le maschere utilizzate per ribadire le norme vigenti da rispettare e trasmettere alle generazioni successive.
Allo stesso modo Leonardo Magnani visita, fotografa e disegna le città dello stesso itinerario di Darwin come se fosse necessario e vitale tornare alle origini per rinsaldare le intenzioni e garantire la continuità nel tempo.

CLIMA 03 - Percorsi di Figurazione Contemporanea
THE VOYAGE
LEONARDO MAGNANI


giovedì 12 giugno 2014

CLIMA 02 - SPIRITO - Roberto Dragoni



CLIMA – Percorsi di figurazione contemporanea 02

SPIRITO
Mostra personale di Roberto Dragoni

Lo SPIRITO di Roberto Dragoni è un soffio che travolge le immagini e le incide con potenza.
Il segno e le figure racchiudono una passione eroica tracciata sulle tele come un vento che al suo passaggio rende la materia del colore testimone di un tempo bloccato, fissato nel suo movimento, un impasto di emozioni esplose in silenzio.

SPIRITO è una mostra che raccoglie opere realizzate dal 2011 al 2014.
Le “maestrine”, la scrofa, l'orco, un'auto che sfreccia.
Fantasmi come fotogrammi, nel percorso di un'anima mai sazia di plasmare e sviscerare.
L'esperienza umana e artistica di Roberto Dragoni, condivisa tra Italia e Giappone, si articola e si realizza in una serie di opere dove il fascino della decadenza occidentale si oppone e si integra all'armonia suggerita dalla filosofia del sol levante.
La carne e la luce. Il mondo della vita insieme a quello della morte.
Nessuna trascendenza o promessa di Paradiso.
Il mondo dello SPIRITO è quello della vita di tutti i giorni, del nostro tempo accelerato e congestionato, con tutta la sofferenza, ma anche il piacere di resistere. Presente e passato che in un istante si ricongiungono come due geishe nel traffico metropolitano. Nella tradizione orientale si narra infatti che gli spiriti dei defunti, a volte, tornino durante la fioritura dei ciliegi, quando il vento trasporta la bellezza e la nuova vita.
Roberto Dragoni realizza scorci urbani, porzioni di corpi e misteriosi ritratti che evocano atmosfere contemporanee, ma sempre figlie di quel novecento furioso ed esaltante, di quella storica accelerazione che ha sconvolto l'umanità e il suo sentire.
È nel contrasto tra corsa e attesa che nasce SPIRITO.
ALI è una performance dedicata all'omonima installazione di Roberto Dragoni.
Uno spazio per il silenzio. Dopo il boato, la gestione delle immagini diviene rito, movimento, azione. Francesco Botti e Leonardo Lambruschini abitano e interpretano il luogo dello SPIRITO, in equilibrio e in accordo con quella sensazione preziosa che precedere il soffiare del vento e il cadere della pioggia. L'unico segreto per affrontare la tempesta è saperci volare dentro.
Foto di Alessandro Schinco
Inaugurazione GIOVEDI' 19 GIUGNO
ore 19,00
SPAZIO SEME
Arezzo

venerdì 6 giugno 2014

RI-CICLI TRASFIGURAZIONI MATERICHE - SOFIA SGUERRI



Con un titolo del genere si rischia grosso. Colpisce più il suono delle parole del significato.
Ri-cicli – Trasfigurazioni Materiche. Le consonanti producono un fraseggio che crea un'aspettativa importante. Con un titolo così esagerato ci si aspetterebbe una produzione intrisa di concetti oppure una lezione di filosofia attraverso un collezione di immagini.
No.
Sofia Sguerri ci riesce. La mostra presso Corpo e Mente si oppone sapientemente al titolo con una serie di immagini che sanno di vita e dove “l'incanto dell'essere” si esprime con grinta e delicatezza.
Tanta carne animale e linfa vegetale in una collezione di opere tra fotografia e pittura, installazione e azione. Sofia Sguerri ribalta il titolo e lo interpreta alla lettera presentando lavori a tecnica mista che incantano per la loro semplicità, per l'anelito verso una sintesi palpitante di certe emozioni che precedono le riflessioni.
Il concetti sono quelli dell'armonia naturale e del sensuale sentire.
Uno sbocciare di sensazioni dense e davvero materiche.
Foto, acquerello, acrilico, olio, sanguigna, carboncino, cotone, legno riciclato, una finestra e una sedia. Niente viene accennato, ma dichiarato e fissato come in una trasfigurazione radicale.
C'è ancora tempo, ma i sogni delle crisalidi sulle foglie nude preparano la schiusa.
Evoluzione umana e delle sue membra, ritratte nel loro sostare.
Lo scorcio di una schiena ricorda la gestazione, la pazienza e la tenacia.
Corpi vibranti, innesti tra cuore e pelle.

C'è stata anche la performance all'inaugurazione, interpretata dalla stessa Sofia e Leonardo Lambruschini. Proiezioni, tagli, movimenti. I corpi sembravano centinaia. Peccato non sia in replica tutte le sere. Era la cornice perfetta dell'opera nella totale trasformazione dello spazio.

Dal 29 maggio al 21 giugno presso Corpo e Mente, via Bernardo Tanucci 21, ad Arezzo.
Rassegna “L'incanto dell'essere tra corpo e mente” a cura di Marco Botti.


martedì 6 maggio 2014

ITALYCONTACTFEST 2014


ITALYCONTACTFEST 2014 – Seconda Edizione




La Contact Improvisation assomiglia a una silente rivoluzione.

Contatto e Improvvisazione.

Nell'era di Android, Smartphone, Selfie, Network, Whatsapp, Pad e pure Twerking, la parola Contact ci sta bene, è onomatopeica.
Ricorda un battito, un fraseggio in due tempi, l'elevazione e poi la caduta.
Con- tact
E' un suono compiuto. In fondo c'è un stop che per un attimo frena la fretta dei tempi e successivamente invita verso termini come flusso, energia, calore, sguardo, ascolto, condivisione.
Il contatto tra due o più persone genera possibilità espressive, ma soprattutto facilita l'incontro umano diretto. Evento prezioso, quasi raro nell'era della comunicazione globale.
La Contact Improvisation è una pratica e una danza contemporaneamente. Tutti la possono incontrare. Alcuni ne fanno un linguaggio o lo usano come ingrediente per narrazioni in movimento.

L'improvvisazione è sicuramente un atto di coraggio. Un tuffo verso l'incontro attraverso le proprie personali risorse. Umane e interpretative. Se l'improvvisazione è anche una tecnica ci può essere il rischio del risultato scenico o di una valutazione estetica. L'improvvisazione all'interno della Contact esclude qualsiasi ansia da prestazione e concentra il lavoro di ricerca sul rapporto tra i corpi e sullo scambio delle informazioni in tempo reale. L'ascolto è la linea guida per lo sviluppo dell'azione, pratica o scenica che sia.



Cresce in Italia l'attenzione verso la Contact Improvisation.
E crescono anche i luoghi dedicati allo studio e alla pratica.

L'ItalyContactFest è alla sua seconda edizione.
Dopo lo straordinario successo del 2013 eccoci di nuovo.
Dal 6 al 12 giugno 2014 presso Villa Godiola, Arezzo.
Di seguito AfterItalyContactFest dal 12 al 15 giugno presso Spazio Seme, Arezzo.

Anche quest'anno al team del festival, composto da Leilani Weis, Leonardo Lambruschini e Mario Ghezzi, si affiancheranno insegnanti provenienti da tutto il mondo per proporre i loro laboratori intensivi: Benno Voorham (NL/SE), Mirva Makinen (FI), Rick Nodin (UK), Aaron Brandes (USA), Gabriel Greca (AR), Georgia Petrali (GR), Heike Purian (DE), Hugo Leonardo Silva (BR), Irene Sposetti (IT/SE), Johan Nilsson (SE), Matan Levkowich (AT/IL), Simonetta Alessandri (IT/UK).