lunedì 5 novembre 2012

DANZA BUTOH



La campana del tempio tace,
ma il suono continua
a uscire dai fiori.

Matsuo Basho (1644 – 1694)

Il butoh è stata ed è tuttora una rivoluzione.
Essendo una danza difficilmente descrivibile dal punto di vista formale e tecnico, obbliga nella sua originalità a una tensione e a un approccio alla scena dal punto di vista esperienziale oltre che espressivo.

Bu (danzare con eleganza) toh (calpestare, battere con il piede).
Dialogo fra parte superiore e inferiore del corpo, tra mani e piedi.

Per alcuni si tratta di teatro, per altri di danza. Chi sottolinea la provenienza dalle antiche arti giapponesi e chi ne esalta le assonanze con la Ausdrucktanz, danza espressionista tedesca degli anni cinquanta, periodo di nascita e sviluppo della stessa danza butoh. Fu al ritorno dagli studi in Germania che Kazuo Ohno e Tatsumi Hijikata, fondarono le proprie scuole in Giappone.
Fu la rottura con gli schemi.
La lentezza, la nudità, un'insita, elegante, talvolta grottesca protesta verso le regole imposte.
Non solo contrapposizione e contrasto con l'estetismo della danza tradizionale occidentale, ma esplosione muta ed evoluzione del pensiero collettivo, se davvero la danza “vive all'interno di tutto ciò che vive”.
Mostrare la verità del corpo, attraverso il richiamo ai miti arcaici e spezzando le linee con la provocazione di “movimenti mai visti prima”.

Ma insomma cos'è il Butoh?

Esistenza, legame del corpo con la terra e le origini.
Improvvisazione, tensione muscolare e corporea, uso del vuoto e del ritmo.
Decostruzione, scoperta, metamorfosi.

DANZA BUTOH allo SPAZIO SEME.

SABATO 17 e DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012

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