La campana del tempio tace,
ma il suono continua
a uscire dai fiori.
Matsuo Basho (1644 – 1694)
Il butoh è stata ed è tuttora una
rivoluzione.
Essendo una danza difficilmente
descrivibile dal punto di vista formale e tecnico, obbliga nella sua
originalità a una tensione e a un approccio alla scena dal punto di
vista esperienziale oltre che espressivo.
Bu (danzare con eleganza) toh
(calpestare, battere con il piede).
Dialogo fra parte superiore e inferiore
del corpo, tra mani e piedi.
Per alcuni si tratta di teatro, per
altri di danza. Chi sottolinea la provenienza dalle antiche arti
giapponesi e chi ne esalta le assonanze con la Ausdrucktanz, danza
espressionista tedesca degli anni cinquanta, periodo di nascita e
sviluppo della stessa danza butoh. Fu al ritorno dagli studi in Germania
che Kazuo Ohno e Tatsumi Hijikata, fondarono le proprie scuole in
Giappone.
Fu la rottura con gli schemi.
La lentezza, la nudità, un'insita,
elegante, talvolta grottesca protesta verso le regole imposte.
Non solo contrapposizione e contrasto
con l'estetismo della danza tradizionale occidentale, ma esplosione
muta ed evoluzione del pensiero collettivo, se davvero la danza “vive
all'interno di tutto ciò che vive”.
Mostrare la verità del corpo,
attraverso il richiamo ai miti arcaici e spezzando le linee con la
provocazione di “movimenti mai visti prima”.
Ma insomma cos'è il Butoh?
Esistenza, legame del corpo con la
terra e le origini.
Improvvisazione, tensione muscolare e
corporea, uso del vuoto e del ritmo.
Decostruzione, scoperta, metamorfosi.
DANZA BUTOH allo SPAZIO SEME.
SABATO 17 e DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012