MUSICA
DA VEDERE, DANZA DA ASCOLTARE
ispirato
a Paul Valery
per
Carolina Basagni e Fabrizio Betti
Per gli
dei che luminose danzatrici! Che viva
e graziosa introduzione dei più perfetti pensieri! Le loro
mani parlano e i loro piedi sembrano scrivere. Che
precisione in questi esseri che si studiano di usare così
felicemente le proprie forze morbide!
La danza è
vita. E lo hanno
detto in molti.
È quando la
vita è come una danza che talvolta si capisce il ritmo, il tono e il
volume.
La
perfezione del rigore per accedere all'immensa libertà di
espressione.
Musica che
scaturisce dall'interno delle fibre e negli accenti dei movimenti.
Suono da
vedere.
Movimenti da
ascoltare.
Tutte le
mie difficoltà mi disertano e non c'è ora problema che mi
travagli tanta è la felicità con cui obbediscono alla
mobilità di queste figure! Qui la
certezza è un gioco; si direbbe che la coscienza abbia
trovato il proprio atto e che di colpo l'intelligenza
consenta
alle grazie spontanee...
La
danza è contatto con l'essenza del corpo e dell'anima.
Soltanto
la ricerca di tale principio consente l'avventura della danza stessa.
È
il sublime di una fatica che si sostiene e si traspone attraverso
visioni e frasi, accettazione e integrazione.
La
danza ferma il tempo nello stupore della bellezza. E
la bellezza è una necessità.
Sarebbe
da esseri intelligenti rendersene conto e coltivarla strenuamente. Per
fortuna nel giardino crescono fiori rari.
Guardate
costei! La più
tenue e la più assorta nella giustezza pura...
Chi è
ella mai? Così
deliziosamente rigida, e ineffabilmente snodata...
In modo
così esatto ella cede, assume e restituisce la cadenza che, se
chiudo gli occhi, la vedo esattamente per mezzo dell'udito.
La
vita è un attimo.
Le
figure e le frasi sono vive. Tagliano
e battono. Pulsano, palpitano, sostengono i secondi come fossero
secoli.
Vedo la
musica e ascolto il corpo di coloro che narrano in questo spazio.
La tensione
trasporta le storie d'amore e di morte in una giostra che accelera,
frena, riprende e rallenta stupenda per non perdere l'attimo preciso,
il momento perfetto che esplode azzerando il tempo.
La seguo,
la ritrovo, e non posso perderla mai; e se la
guardo tenendo tappate le orecchie, ella,
talmente ritmo e musica, che mi è
impossibile non udire le cetre.
Carolina e
Fabrizio danzano nel tempo.
E nel
giardino segreto della danza sono l'evento prodigioso, quel tanto
agognato spessore artistico che nasce soltanto nel silenzio di un
giornaliero lavoro e unisce frammenti di corpo e anima.
Carolina e
Fabrizio respirano il momento.
È tutto
vero.
La danza è
vita.
Ascensione e
dannazione.
Felicità di
un istante e apnea per lo smarrimento.
L'altalena
dondola da sola.
Sorridere,
piangere, non fermarsi mai.