Con un titolo del genere si rischia
grosso. Colpisce più il suono delle parole del significato.
Ri-cicli – Trasfigurazioni Materiche.
Le consonanti producono un fraseggio che crea un'aspettativa
importante. Con un titolo così esagerato ci si aspetterebbe una
produzione intrisa di concetti oppure una lezione di filosofia
attraverso un collezione di immagini.
No.
Sofia Sguerri ci riesce. La mostra
presso Corpo e Mente si oppone sapientemente al titolo con una serie
di immagini che sanno di vita e dove “l'incanto dell'essere” si
esprime con grinta e delicatezza.
Tanta carne animale e linfa vegetale in
una collezione di opere tra fotografia e pittura, installazione e
azione. Sofia Sguerri ribalta il titolo e lo interpreta alla lettera
presentando lavori a tecnica mista che incantano per la loro
semplicità, per l'anelito verso una sintesi palpitante di certe
emozioni che precedono le riflessioni.
Il concetti sono quelli dell'armonia
naturale e del sensuale sentire.
Uno sbocciare di sensazioni dense e
davvero materiche.
Foto, acquerello, acrilico, olio,
sanguigna, carboncino, cotone, legno riciclato, una finestra e una
sedia. Niente viene accennato, ma dichiarato e fissato come in una
trasfigurazione radicale.
C'è ancora tempo, ma i sogni delle
crisalidi sulle foglie nude preparano la schiusa.
Evoluzione umana e delle sue membra,
ritratte nel loro sostare.
Lo scorcio di una schiena ricorda la
gestazione, la pazienza e la tenacia.
Corpi vibranti, innesti tra cuore e
pelle.
C'è stata anche la performance
all'inaugurazione, interpretata dalla stessa Sofia e Leonardo
Lambruschini. Proiezioni, tagli, movimenti. I corpi sembravano
centinaia. Peccato non sia in replica tutte le sere. Era la cornice
perfetta dell'opera nella totale trasformazione dello spazio.
Dal 29 maggio al 21 giugno presso Corpo
e Mente, via Bernardo Tanucci 21, ad Arezzo.
Rassegna “L'incanto dell'essere tra
corpo e mente” a cura di Marco Botti.
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